E' logico fare un minimo di chiarezza in questo momento di vero e proprio caos all'interno della vita politica italiana.
Speriamo di riuscirci pubblicando un articolo di Gianluca Roselli estratto dal quotidiano Libero di oggi.
Mettere in piedi il Partito del Popolo della Libertà per Silvio Berlusconi potrebbe essere un po’ più complicato di come il Cavaliere pensa Dopo l’annuncio in piazza San Babila a Milano, ora per il progetto del nuovo partito iniziano le prime difficoltà. Perché oltre al no di Udc, Ari e Lega, anche chi Berlusconi considerava già suo potrebbe non esserlo, O per lo meno non del tutto. Francesco Storace, per esempio, a sciogliere la Destra, formazione nata una decina di giorni fa, non ci pensa per niente. «Noi siamo potenziali alleati della nuova formazione, ma la confluenza è un’altra cosa. Siamo nati per far rinascere i valori della destra, ma non stiamo pensando a una fusione», afferma Storace, che però assicura: «Saremo alleati leali». L’ex-govemator, dunque, non vuole uccidere la sua nuova creatura politica appena venuta alla luce. Inoltre, a frenare l’ingresso de La Destra nel Ppl è lo scoglio della collocazione internazionale. «Siamo usciti da un partito che voleva andare nel Ppe e non avrebbe senso ora un comportamento diverso», spiega.
MUSSOLINI PERPLESSA A una federazione pensa anche la nuova Dc di Gianfranco Rotondi. «Entreremo come federazione», osserva il leader Dc. Poi tocca al suo vice Mauro Cutrufo scendere nei dettagli. «Dalla fondazione della Democrazia cristiana per le autonomie il progetto che abbiamo perseguito è quello di facilitare al centro una grande area politica di ispirazione cattolico- liberal- democratica, che potesse essere il riferimento delle altre culture come il Ppe lo è in Europa», sostiene, «l’iniziativa di Berlusconi sembra essere di questo segno, quindi è naturale che la Dea sia interessata agli sviluppi di questa iniziativa in termini federativi».
CAPEZZONE È PRONTO Un altro che guarda con molto interesse alla nuova formazione è Daniele Capezzone. A parlare sono i suoi. «Per adesso vediamo cosa succede, aspettiamo di vedere i contenuti. Ma in questo momento, paradossalmente, è più Berlusconi ad aver bisogno di Capezzone che il contrario: Daniele è una faccia nuova che, con il network Decidere.net, può riempire di sostanza politica la nuova formazione. Proprio quello che il Cavaliere sta cercando…», raccontano. E l’ingresso nel Ppe? Per un ex-radicale può essere un problema, ma verrà affrontato a suo tempo. L’idea berlusconiana lascia invece molto perplessa Alessandra Mussolini, leader di Azione sociale, che da poco si è riappacificata con Fini. «Questo scossone può anche essere salutare, ma io sono stravolta», dice Mussolini, «mi sento abbandonata da Berlusconi, perché ora in un colpo solo supera il bipolarismo e la coalizione di centrodestra. Insomma, la sua accelerazione verso il partito della libertà in realtà ha diviso l’alleanza. E tutto questo per cosa? Per far entrare i circoli della Brambilla? il partito unico andava fatto, ma si doveva fare tutti insieme. Adesso agli elettori cosa gli andiamo a raccontare? Il popolo del 2 dicembre ci chiedeva di restare uniti. Col suo strappo Berlusconi mi ricorda quei mariti che scendono a prendere le sigarette e poi non ritornano più…».
I NODI DI FORZA ITALIA I problemi, però, non sono solo all’esterno. Lo strappo del Cavaliere, infatti, ha spiazzato anche buona parte di Forza Italia. Che ne sarà del partito che, bene o male, è ancora oggi la prima forza politica italiana? Ieri il Cavaliere ha rassicurato i suoi, a partire da Sandro Bondi. L’ex-premier ha fatto sapere che sarà proprio Bondi a coordinare questa fase di transizione dal partito azzurro al Ppl organizzando i gruppi di lavoro su temi specifici, a partire dalla riforma elettorale. Poi il Cavaliere ha spiegato che «Forza Italia sarà la base, il ceppo, il tronco per costruire la nuova formazione». Poi ha anche promesso che «tutti saranno ricandidati, perché nel nuovo partito ci sarà spazio per tutti». Poi c’è da capire come sarà il nuovo soggetto. Per quanto riguarda la collocazione europea è dato per certo il suo ingresso nel Ppe. E di questo il Cavaliere ha parlato ieri in una telefonata con il presidente della Parlamento europeo Hans-Gert Poettering, mentre due giorni fa aveva avuto un colloquio telefonico anche con Wilfred Martens, presidente del Ppe. A quanto è dato sapere, il Cavaliere immagina un partito leggero, senza tessere, aperto anche alla società civile. Mentre una frenata si registra sull’uso delle primarie per decidere la leadership. Anche la sede sarà del tutto nuova, con la chiusura definitiva della sede azzurra di via dell’Umiltà.
mercoledì 21 novembre 2007
Storace: alleanze sì, fusioni no
Pubblicato da
.
alle
12:17
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento