Vi proponiamo un articolo
di Claudio Fava sulla vicenda che vede coinvolto il neogovernatore di Sicilia.
La notizia non é l’elenco di raccomandati che il presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo aveva schedato uno per uno sui suoi libri mastri. E nemmeno le mani lunghe del suddetto Lombardo su concorsi pubblici, appalti, nomine e carriere. La notizia é l’assordante silenzio che ha sepolto ogni cosa: non un commento dal Partito Democratico, non una riga sul foglio locale, non un segno di sdegno istituzionale. Ci manca solo di sentire l’eco dell’applauso all’onorevole Lombardo per la scientifica pignoleria dei suoi metodi.
Di tutti i silenzi ci preoccupa soprattutto quello della Procura della Repubblica di Catania. Che, ci dicono, abbia aperto un fascicolo. Non sappiamo cosa ci sia dentro. E non ci risulta che in quel fascicolo ci sia il primo atto dovuto che il signor Procuratore avrebbe dovuto inviare al signor Lombardo: un avviso di garanzia. Atto dovuto a tutela di Lombardo visto che taluni dei suoi interventi, se risultassero veri, si configurano come reati (fino a prova contraria, determinare l’esito di un pubblico concorso o di una pubblica gara in questo paese è un reato). Dunque, signor Procuratore: è stato avvisato per garanzia il presidente della Regione della vostra inchiesta affinché possa nominarsi un difensore di fiducia? Avete in agenda di sentirlo sui fatti specifici contenuti nel suo catasto delle raccomandazioni? Cito a caso: una commessa da un milione di euro a favore di una cooperativa per servizi sociali, trentasei lavoratori assunti in un call center di Paternó in “quota” Lombardo, un esame di abilitazione professionale all’esercizio della professione di dottore commercialista con l’indicazione nominativa di chi lo avrebbe dovuto superare… Erano solo esercizi di stile del Presidente?
Per concludere, una nostra curiosità. L’onorevole Villari che più volte si sarebbe rivolto a Raffaele Lombardo per piaceri e raccomandazioni (puntualmente esaudite, così riporta l’archivio) certamente è un omonimo dell’onorevole Villari che per tre legislature é stato deputato regionale dei Ds e poi del PD. Se cosí non fosse, il silenzio del Partito Democratico sulla lista di Lombardo avrebbe una sua tristissima spiegazione.
giovedì 8 maggio 2008
Cambiano i volti ma i metodi sono sempre gli stessi
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17:51
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